Alba. Si parla di famiglia con don Simone Bruno

Una famiglia può aiutarne in concreto un’altra, avviando una proficua catena di solidarietà. Simone Bruno, direttore editoriale del Gruppo San Paolo, sarà ad Alba il 7 maggio alle 21 nella sala ex Fenoglio per presentare il suo volume “Affiancare le famiglie fragili – Verso nuove forme di affido”, edito dalle edizioni San Paolo, da cui prenderà le mosse la serata organizzata dal consorzio socio-assistenziale “Alba, Bra, Langhe e Roero” per proporre sul territorio un progetto di affiancamento tra famiglie per la tutela dei bambini.

Don Simone Bruno è PhD in psicologia della comunicazione presso l’università “Aldo Moro” di Bari e laureato in psicologia clinica presso l’università cattolica del “Sacro Cuore” di Milano. È coautore di diverse pubblicazioni riguardanti i legami affettivi genitori-figli e lo sviluppo del bambino, sia su riviste scientifiche e divulgative sia su volumi nazionali e internazionali. Giornalista professionista e consulente di redazione del bimestrale Famiglia Oggi, collabora con il Centro internazionale studi famiglia (Cisf) e con il settimanale Famiglia Cristiana, oltre a essere il giovane direttore editoriale del Gruppo San Paolo.

Il volume, che sarà presentato al salone del libro di Torino il 16 maggio e in anteprima piemontese ad Alba, parte da un’aggiornata indagine sull’affidamento familiare, per ampliare la prospettiva e prendere in considerazione le nuove forme di intervento finalizzate a ridurre e prevenire l’allontanamento del minore dalla sua famiglia di origine. L’esperienza è nata a Torino dalla collaborazione tra la fondazione “Paideia”, l’Assessorato ai servizi sociali e l’Ufficio politiche familiari del Comune, avvalendosi di una formula originale: una famiglia solidale (o affiancante) ne sostiene un’altra che, per svariate ragioni, vive disagi di tipo economico, psicologico o relazionale, tali da compromettere il suo equilibrio e, di conseguenza, il rapporto con i figli.

libro simone bruno

«La ritengo un’idea vincente», commenta don Simone Bruno. «Una famiglia più “attrezzata” si impegna ad aiutarne una che, per varie contingenze, rischia di compromettere il rapporto educativo con i figli. Il servizio di tutela dell’infanzia e di promozione dei legami familiari si avvale peraltro del contributo delle istituzioni, della solidarietà delle famiglie affidatarie e del ruolo attivo delle associazioni familiari locali. Un padre “affiancante” può, ad esempio, aiutare in piccoli lavori di manutenzione dell’abitazione; i figli possono seguire i compiti scolastici; la madre prestarsi per le incombenze quotidiane relative alle necessità familiari (dall’accompagnare a fare la spesa, a sistemare il guardaroba e altro ancora). Questa formula mantiene l’unità e sostiene la famiglia in difficoltà senza separarla o dividerla. Il focus si sposta, dunque, dal bambino a tutto il nucleo e garantisce un’azione globale, nella quale vengono seguiti tutti i componenti».