Weekend di eventi a Genova

Un fine settimana ricco di eventi a Genova:

Giovedì 18 settembre alle ore 17.30 presso il Museo Diocesano di Genova (via Tommaso Reggio 20r)

presentazione de !SIETE CONTENTE DI ESSERE DONNA?

«Una presa di coscienza insieme territoriale e collettiva che smuoverà l’iniziativa emancipatrice di una cittadinanza risignificante il lemma stesso di “donna” a cui l’aggettivo “nuova” aggiunge dimensione di riconoscimento e liberazione», (dalla prefazione di Stefania Mazzone). Il volume si propone di ripercorrere e approfondire alcune pratiche meridionali, analizzate allo scopo di recuperarne la dimensione nazionale e internazionale nelle azioni e nelle teorie. Così, dalla Legione delle Pie Sorelle, quale peculiare istituzione educativa, ad alcune esperienze significative dell’Ottocento borbonico in Sicilia, in funzione dell’istruzione e del lavoro femminili, in un continuo confronto tra pratiche e istituzioni, fino alle cooperative di donne di fine ’800 e inizi ’900 in Puglia, il filo conduttore della ricerca si snoda attraverso un contrappunto tra locale e globale, comprese le esperienze formative estere delle donne della filantropia patriottica, liberale e socialista del Meridione d’Italia.

Venerdì 19 settembre alle ore 18 presso la Libreria San Paolo di Genova Piazza Matteotti, 31-33 r
MICHELE BRAMBILLA direttore de IL SECOLO XIX presenta il suo ultimo libro NON E’ SUCCESSO NIENTE DI GRAVE (premio VIGATA) in dialogo con la giornalista FRANCESCA DI PALMA

All’inizio di quest’estate è uscito in libreria l’ultimo libro di Michele Brambilla, attuale direttore de IL SECOLO XIX: NON È SUCCESSO NIENTE DI GRAVE. Un noir raffinato fra cronaca e memoria. L’Editore Baldini+Castoldi (leggi Elisabetta Sgarbi) ci dice che l’Autore – ispirandosi alle sue esperienze di cronista in erba – intreccia cronaca e memoria, restituendo il sapore autentico di un’Italia che non c’ è più e di un mestiere fatto ancora di intuito e scarpe consumate.
Leggendo questo libro si scopre che c’è molto di più.
Intanto sono pagine che scorrono veloci e bene. I capitoli sono brevi e permettono un lettura intervallata nei vari momenti liberi.
La differenza fra noir e giallo è sfumata ma cambia poco: rimane il piacere di vedere come va a finire. Gli esperti di cervello lo chiamano piacere neurovegetativo (uno dei più intensi che ci offre la biologia) che ti tiene incollato lì e che è alla base del successo delle serie TV.
C’è un elemento in più: l’Autore da un anno dirige il più importante quotidiano che racconta il bello e il brutto di noi genovesi: con questo libro, che è invenzione ma non del tutto, è lui a raccontare qualcosa di sé. Non solo non è un fatto banale ma è qualcosa di molto umano. E questa confidenza passa attraverso il lavoro, la professione.
In più di quarant’anni com’è cambiato il mestiere del giornalista? Il digitale ha rivoluzionato tutto: ritmi, orari, strumenti di comunicazione con la redazione…per esempio chi si ricorda delle edizioni pomeridiane o addirittura serali dei quotidiani?
Eppure gli omicidi ci sono sempre: come diceva Chesterton la prova del peccato originale è nella cronaca nera di ogni quotidiano. E ci sarà sempre bisogno che qualcuno vada sul posto a raccontarci com’è andata.
Il libro è scritto in prima persona ma il singolare si alterna al plurale perché l’inchiesta che fa da sfondo al libro è svolta in due (riecheggia un assetto quasi alla Holmes – Whatson).
Il fatto di sangue è avvenuto in una Brianza anni ’80, una perbenista e operosa Brianza, luogo che l’Autore conosce bene essendone nativo (ma nel libro sorprendentemente si richiama anche la Liguria).
I peccati degli uomini sono sempre gli stessi, cambia il modo di raccontarli: ed ecco due figure tipiche dell’Italia tutta (come nella Sicilia di Sciascia): il maresciallo dei Carabinieri che conduce le indagini di polizia giudiziaria e il parroco della cittadina dove è avvenuto l’ omicidio: saranno loro – ciascuno con le proprie peculiarità – a scavare nelle coscienze personali e popolari. Il dialogo fra loro nel momento più clou del libro nasconde alcune chicche teologiche che sembrano andare oltre le intenzioni narrative e per questo regalano la stessa freschezza esistenzialista che si respira nei romanzi di Graham Grenne.

Sabato 20 settembre alle ore 17 presso la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano Piazza San Cosimo – Genova Centro Storico CONCERTO DI MUSICA RINASCIMENTALE SPAGNOLA E ITALIANA in ricordo del Maestro Liutaio STEFANO SOLARI
con ANNA RITA PILI – canto e MASSIMO LONARDI – vihuela a seguire presentazione del libro
DANTE COME PERCORSO TERAPEUTICO. Dalla patologia psichiatrica al paradiso interiore nella Divina Commedia
incontro con l’Autore. ROBERTO RUSCA medico psichiatra

La Divina Commedia può essere letta come un percorso terapeutico che si prepara nell’Inferno, si sviluppa nel Purgatorio e si consolida nel Paradiso. L’autore segue l’intero cammino di Dante canto per canto. L’Inferno si presta ad essere interpretato come un viaggio attraverso diverse forme di patologia mentale, che includono ad esempio vari disturbi della personalità, depressione, psicosi, disturbo post traumatico da stress fino ad incontrare patologie fisiche e neurologiche. Sono condizioni senza speranza di guarigione, a differenza di quelle del Purgatorio, dove avviene un vero iter psicoterapeutico che prepara al raggiungimento del proprio paradiso interiore. La liberazione dagli impedimenti della psicopatologia permette nel Paradiso di intraprendere un cammino intellettuale che genera emozioni positive. L’esplorazione dantesca del cosmo rivela inoltre insospettabili affinità con le scoperte della fisica contemporanea. La Commedia diventa così un percorso terapeutico prima di tutto per Dante stesso, poi per il lettore, che può identificarsi con il poeta o con alcuni dei personaggi.  Perciò può anche essere letta come un invito a guardarsi dentro, a identificare i propri mali interiori e a cercarne un rimedio.