Nuove cronache di Cieli sereni

Mercoledì 11 giugno 2025alle ore 17.45 presso la Libreria San Paolo di Genova, piazza Matteotti 31-33R LUCA PEYRON dialoga con MASSIMILIANO COSTA – coordinatore ufficio scuola Arcidiocesi di Genova.

È appena uscito per Edizioni San Paolo l’ultimo libro di Don Luca Peyron Sconfinato. Nuove cronache di Cieli sereni. Il nostro collega Andrea Gaggioli ha intervistato l’Autore.

Don Luca perché è meglio alzare lo sguardo al Cielo piuttosto che ripiegarsi su se stessi guardando terra?

Non metterei in antitesi cielo e terra, direi piuttosto che per vivere pienamente sulla terra che ci è stata affidata è essenziale non solo rivolgere uno sguardo al Cielo, ma come tento di raccontare nel libro, accorgersi di quanto il cielo sia già sconfinato sulla terra rendendola non solo abitabile, ma meravigliosa e promessa potente di cielo.

Nella sua esperienza di osservatore che cosa ha imparato?

Che la meraviglia dell’osservazione del cielo profondo restituisce al cuore tanta passione per il giusto ed il vero. L’astronomia praticata in modo amatoriale, o il semplice soffermarsi a guardare le stelle ci aiuta a recuperare il senso della bellezza che è sopra di noi e dentro di noi, ci aiuta a recuperare il senso di un Padre che è nei cieli e che si sporge con discrezione ed amore sulla terra usando della bellezza del cosmo per richiamarci alla bellezza delle promesse che ci sono state fatte.

C’è chi evangelizza con la musica e chi con l’arte, lei ha scelto di mettere sul tetto della sua parrocchia un telescopio. Perché?

Perché all’essere umano di oggi il cielo è sempre più precluso dall’inquinamento luminoso e dall’inquinamento digitale. E’ bello vedere come persone di ogni età, i giovani in particolare, nello scoprire il cielo recuperano anche il desiderio di contemplare, di abbandonare per un po’ lo schermo e riabbracciare la volta celeste che trasforma immediatamente l’io solitario in un noi meravigliato.

Appassionato di scienza e anche prete, come coniuga le sue cose? A volte l’osservazione spaziale ha messo in dubbio o scosso la sua vocazione?

Abbiamo tutti dei grandi maestri del passato: grandi uomini e donne di scienza e di profonda fede. A cominciare dai primi: i Magi. Uomini di scienza che andavano in cerca di Qualcuno che desse loro il senso autentico della vita. E tutti, dai Magi in poi, nel trovare il rapporto intimo che lega scienza e fede, provarono una grandissima gioia. La mia vocazione esce non solo rafforzata ma oserei dire ancora più radica nell’incontro con la scienza e con l’astronomia in modo particolare. La scienza e la misurazione del cielo stellato non mi dimostrano l’esistenza di Dio, mi mostrano piuttosto la pertinenza esistenziale di quel Dio che Gesù mi ha rivelato rispetto alla mia vita. La scienza mostra l’armonia, l’intelligenza della creazione, la perfezione del cosmo che ci circonda. La fede mi racconta di chi ha pensato tutto questo e di come lo abbia fatto per amore. Ogni volta che una stella, una galassia, una nebulosa riempie il mio cuore di gioia e di profonda meraviglia io faccio esperienza di quella paternità che sta nei cieli che Gesù mi ha consegnato. Una stella dista da noi anche migliaia di anni luce, il fotone che attraverso l’oculare del mio telescopio raggiunge la retina e suscita nel mio cervello prima e nel mio cuore poi, è stato pensato e “lanciato” nello spazio migliaia di anni fa da quel Padre che si diverte a far gioire i suoi figli. Centomila anni fa Dio Padre già pensava alla gioia mia e delle persone con me sul tetto della parrocchia a rimirar quella stella. Lo trovo meraviglioso, sconfinato nella sua grandezza d’amore e sapienza.

Un’ultima domanda, cosa vorrebbe dire ai tanti giovani che sono affascinati da una scienza atea e senza Dio?

Che una scienza atea viola i confini che le sono propri: una scienza non può essere atea, perché la scienza non dimostra Dio. Così come una fede che si vuole presumere basata sulle scienze dura, fa una operazione illegittima. Ai giovani innamorati della scienza, senza aggettivi, dico continuate a coltivare questo amore, se è autentico e puro susciterà in voi delle domande ulteriori a cui la scienza non può rispondere. Quelle domande hanno una risposta sull’altro lato del fiume. Chissà che un giorno non vi faccia piacere attraversarlo. Sconfinato è il mio piccolo diario di viaggio di questo passaggio all’altra riva. 

L’Autore

LUCA PEYRON è sacerdote della Diocesi di Torino dal 2007 dopo un’esperienza accademica e professionale nell’ambito del diritto industriale. Laureato in giurisprudenza e licenziato in teologia pastorale, vive il suo ministero soprattutto tra gli universitari e i giovani adulti andando in cerca di quei segni dei tempi che aiutino a ricucire lo strappo tra fede e scienza, tecnica ed esperienza di Cristo. Parroco in città, attualmente è anche direttore della Pastorale universitaria diocesana e regionale. Ha fondato e coordina il Servizio per l’apostolato digitale che è uno dei primi servizi a livello globale della Chiesa cattolica con il compito di riflettere, progettare e agire rispetto alla cultura digitale in una prospettiva di fede. Insegna teologia in diversi atenei italiani. È Faculty Fellow del Centro Nexa del Politecnico di Torino e membro del Consiglio scientifico dello Humane Technology Lab dell’Università Cattolica di Milano. Collabora con alcune riviste e testate tra cui Avvenire e The Huffington Post, soprattutto rispetto ai temi della trasformazione digitale. Ha scritto saggi e libri di spiritualità. Di tanto in tanto lo potete trovare sul tetto della parrocchia in compagnia di qualche universitario o famiglie con bambini in caccia di comete, stelle e pianeti.